Liceo Classico Ugo Foscolo di Albano Laziale
  • PROGETTI al LICEO
  • PREMIO LETTERARIO UGO FOSCOLO
  • LABORATORI POMERIDIANI
  • TERZA PAGINA
  • ARTE CONTEMPORANEA
  • ORIENTAMENTO IN USCITA

A.S. 2022/2023

Terza pagina

Direttissima a cura di Anna Risi

Cronaca Culturale dal Foscolo

" Il tempo non cancella, sovrascrive, così che ne resti traccia. Alla fine, l'unica sorgente dove possiamo attingere a piene mani è la memoria che abbiamo intessuto.
​Un fitto intrico di ricordi che cancella l'oblio".


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"LO SGUARDO DENTRO. VIAGGIO NELLE EMOZIONI"
XXIV EDIZIONE Premio Letterario "Ugo Foscolo" - Tema del concorso: PROMETEO,
​10 Giugno 2023 - Aula Magna del Liceo Foscolo.
Docente Referente del Progetto: Giuseppina Febbraro.
Le emozioni sono l'anticamera di sentimenti importanti e profondi. Non sono uno stato d'animo che si consuma rapidamente e in superficie, ma una carica inaspettata di energia che come un fiume impetuoso traccia nuovi e profondi percorsi esistenziali. La XXIV Edizione del Premio Letterario "Ugo Foscolo" svoltasi il 10 Giugno nell'Aula Magna Mario Forte in ricordo dei professori Roberto Quercioli e Carlo Cecchini, ha permesso a bambini, adolescenti e giovani di rappresentare attraverso il disegno, la poesia, i racconti e la sceneggiatura, le sensazioni più intime e profonde scaturite dallo sguardo dentro, nell'interiorità remota e sconosciuta, e poi sorprendentemente manifestata attraverso opere di grande impatto emotivo. Ogni scuola, tra le tante partecipanti, ha operato attraverso la libertà di espressione degli alunni, rispettando i moti interiori di ognuno. Prometeo, tema del concorso, per loro mano ha assunto molteplici sfaccettature concedendosi alle espressioni artistiche più disparate. Un insieme simile a un mosaico dove tutti hanno riversato i colori, le parole e i sentimenti relativi al mitologico eroe che rubò il fuoco agli Dei per regalarlo al genere umano. Sorprendente è stato osservare come molti dei partecipanti al concorso abbiano tratteggiato la figura di Prometeo come simbolo di ribellione e di sfida alle autorità e alle imposizioni, così anche come metafora del pensiero archetipo di un sapere sciolto dai vincoli del mito, della falsificazione e dell'ideologia. Una visione che ha traghettato Prometeo dal passato al presente attraverso un ponte epocale, fino a rendere "il mito" un eroe dei nostri giorni. Per quasi tre ore si sono susseguite emozioni continue, riflessioni e intrecci esistenziali che hanno fatto di questo concorso "l'ultimo diamante" di un anno di eventi di cui il Liceo Foscolo si fregia per entusiasmo e grande partecipazione. I fiori consegnati da una bambina poco più che adolescente a me, e alla Prof. Giusy Febbraro, sono stati un premio alla sensibilità, alla passione, alla dedizione e alla divulgazione della cultura come colonna portante di una società che cresce esclusivamente attraverso la conoscenza. A chiosa, è doveroso sottolineare come Lorenzo Saltarelli, alunno prossimo alla maturità, abbia condotto la premiazione con l'abilità di un veterano dello spettacolo. Nessuna sorpresa, il suo talento di attore e mattatore della scena, è noto all'interno e fuori dal Liceo. La Prof. Febbraro, referente e anima del progetto, con la peculiarità che la distingue, ha continuato a dimostrare attraverso un'idea di scuola innovativa che, al di là degli schemi strutturati di apprendimento, vi è una sfera di interesse e coinvolgimento che veicola la cultura con metodi all'avanguardia e di ampio respiro. Note musicali e floreali hanno fatto da cornice a questa incantevole galleria di emozioni, vissute e respirate attraverso lo "sguardo dentro" di giovani promesse del futuro.
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"THE SHOW MUST GO ON"
Siracusa 19Maggio - 21 Maggio
Medea - I Persiani - Alcesti
Progetto teatrale a cura della regista Marcella Petrucci, coadiuvata dalla Prof Russo, Prof. Febbraro, Prof. Morganti, Prof. Mastromarino.
Inviati speciali: il Dirigente Lucio Mariani e la Vice Cristina Azzini.
Trentadue ore di viaggio, più di duemila chilometri, andata e ritorno, percorsi per raggiungere Siracusa sfidando intemperanze metereologiche, eruzioni dell'Etna, difficoltà legate alla costruzione dell'apparato scenico, l'impossibilità di esibirsi se non un'unica volta, dove la storia ha lasciato tracce eterne: impedimenti che non hanno fermato la tenace e impavida Compagnia teatrale del Liceo Foscolo. "The show must go on", lo spettacolo deve andare avanti, proiettarsi oltre i limiti di una contingenza che non prevede il verbo "arrendersi", ma stimola a superare l'imponderabile. Una tensostruttura sostituisce il Teatro Greco di Siracusa dove l'unica opera ad andare in scena è Medea, nonostante la pioggia sottile e insistente. L'obiettivo da raggiungere è comunque lo stesso: rappresentare con talento e professionalità opere come I Persiani, e Alcesti. E' con questa intima convinzione e illimitata passione che entra in scena Medea, donna dalla straripante e incontrastata personalità, talmente vivida nella mimica da vibrare e far rabbrividire il pubblico. La giovane attrice è in grado di esibire un'ampia gamma di stati d'animo rappresentando scenicamente le pulsioni che la porteranno a commettere gli omicidi della sposa di Giasone e dei propri figli. Ciò che colpisce lo spettatore è la capacità dell'attrice di esternare la ferocia degli atti commessi, ma anche di vivere contemporaneamente dubbi e tentazioni di desistere, talvolta manifestati nell'ambito della stessa scena, in un continuo alternarsi di propositi omicidi e pentimenti. Il tributo è un'ovazione che irrompe tra le nuvole minacciose del cielo siciliano, e una pioggia battente che sembra benedire chi ha saputo resistere nonostante. Anche l'opera "I Persiani" si fa largo tra promesse metereologiche tradite e la tensione tipica dell'approccio al palcoscenico. Ma gli attori del 4C, 4D, 4E e 4F sono dei veterani, sanno come affrontare ostacoli anche insormontabili. Rappresentare la tensione dell'attesa, l'esito della spedizione persiana contro la Grecia, è un accordo corale che incanta la platea, così come quando la scena si riempie di lamenti e pianti dopo la disfatta di Salamina. Magnifico è il coro che innalza un canto luttuoso e chiude la tragedia. Su Alcesti scende il sipario delle rappresentazioni teatrali in terra siciliana. Anche qui, come nelle esibizioni precedenti, risalta il talento della regista e degli attori che, fanno del nesso centrale dell'opera il punto cardine. Il tema della donna che realizza il sogno archetipico di dare la vita per il proprio compagno, diventa per voce e gestualità dell'attrice un continuo distillato di emozioni. Non è difficile cogliere la capacità di questa Compagnia teatrale di ricreare persino il contesto storico dove prende vita l'opera, una società aristocratica e cavalleresca, dove il nòmos che lega gli hetàiroi è più forte del vincolo di sangue. The show must go on, lo spettacolo deve andare avanti, e anche questa volta il teatro del Liceo Foscolo ha dimostrato che non esistono impedimenti se il talento consiste nell'esprimersi attraverso i movimenti, le parole perfette, ricamate nell'aria come poesie, che dal palco alla regia, attraverso l'esecuzione degli attori uniscono in un unico abbraccio il pubblico presente. Uno spettacolo fatto di tante storie, di tanti corpi, di tante "anime di cristallo" che insieme, con professionalità, pazienza e perseveranza, anche superando momenti di difficoltà, hanno messo in scena l'essere umano e i suoi frammenti, che giorno dopo giorno si uniscono, si mescolano, si formano e si distruggono alla ricerca del proprio precario e perfetto equilibrio.

L'inviata, Anna Risi.

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"L'ORIENTAMENTO AL LICEO FOSCOLO: TRA COMPETENZA E SUPERLATIVO SENSO DELLA COMUNICAZIONE"
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Docenti Referenti Prof. Giuliani, Bertoli e Cerrone - 19 Maggio 2023
Fare un breve viaggio culturale al Foscolo è come aprire una grande porta e inebriarsi di luce. Accade sempre, accade ogni volta che si varca il cancello d'entrata e sulle mura pregne di storia, invisibili ma reali, sono impresse le firme di chi ha frequentato questo Liceo e grazie alla formazione consolidata da anni, ha raggiunto grandi traguardi. Gli obiettivi, il piano formativo, lo studio come passione che scaturisce dalla curiosità del sapere, sono gli argomenti che dominano l'incontro con i giovani studenti della scuola media, un insieme di menti affascinate dalla competenza e il superlativo senso della comunicazione della Prof. Giuliani, guida inesauribile di informazioni che spazia con disinvoltura e capacità di giudizio tra le pieghe dell'antico e del moderno, il latino e il greco come radici della nostra lingua e non solo. E' impossibile non rimanere affascinati dal suo eloquio, un arricchimento tangibile e concreto che fa amare la cultura e il sapere illimitatamente. Tra le tante proposte che si diramano in svariati percorsi formativi, la Prof. Bertoli apre un orizzonte ampio sulla lingua inglese e tutte le  strade percorribili per raggiungere una padronanza significativa di quella che è diventata una lingua globale. Il suo modo di comunicare arriva in modo esaustivo agli studenti, un approccio familiare, un prendere per mano i ragazzi e condurli direttamente sulla via che conduce all'apprendimento più costruttivo dell'inglese. Le Scienze, la Fisica e la Matematica sono ampiamente trattate dalla Prof. Cerrone, discipline scientifiche accostate dalla docente agli stessi percorsi analitici del latino, del greco e della filosofia. Il potenziamento di queste discipline nell'ambito degli studi classici favorisce la scelta di alcune facoltà universitarie un tempo sconsigliate a chi aveva alle spalle un percorso non prettamente scientifico. L'orientamento del Foscolo è basato su una moltitudine di idee, di progetti, di innovazioni, di realtà artistiche che stupiscono. Questo Liceo da alcuni anni ha inserito nella programmazione un indirizzo teatrale che mette in scena drammi e commedie rappresentati in molti teatri italiani. La regista e docente, Marcella Petrucci, seppure lontana per una importante rappresentazione a Siracusa, ha lasciato agli studenti del V C la facoltà di gestire autonomamente l'esibizione della commedia "Tesmoforiazuse" di Aristofane, consapevole della capacità dei suoi attori di svelare il carattere fittizio della scena con toni comici, quella peculiarità del continuo travestimento dei protagonisti che arrivano a creare situazioni paradossali dal riuscito effetto comico. Un lavoro magistrale da parte degli attori del VC,  una rappresentazione corale che racconta al pubblico in sala la coesione di un gruppo di donne riunito per combattere il pregiudizio e al tempo stesso lo sgretolamento progressivo, sorprendente e rocambolesco di tutti gli stereotipi legati al sesso, al genere e all'identità dell'individuo. C'è solo una nota di malinconia che serpeggia nell'aula magna al termine dell'incontro. I giovani studenti invitati per questa  giornata di orientamento non possono avvertirla. Allineati come un cast di attori su un fianco del pianoforte, le cinque stelle che hanno dato lustro a questo liceo avvertono l'imminente congedo. La maturità sarà l'ultimo atto della loro splendida commedia, recitata, vissuta e rappresentata nel pieno delle loro potenzialità, e supportata da un talento affinato grazie alla costante abnegazione della loro regista. Sul palcoscenico di questa scuola continuano a vivere e pulsare le emozioni legate a quel meraviglioso mondo chiamato "cultura".
L'inviata, Anna Risi.
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" UNA STRAORDINARIA VISIONE D'INSIEME, UNA CAPACITA' CRITICA FUORI DAL COMUNE "
Incontro letterario con gli alunni del 3B - Discussione e analisi critica del testo "Oltre il velo sottile"- 4 Maggio 2023
Mettiamo spesso in discussione la capacità critica degli alunni, la loro percezione della profondità, l'interesse e l'entusiasmo che spesso si scontrano con un giudizio troppo severo da parte degli adulti. Forse è solo una questione di fiducia che viene a mancare, o un'etichetta scomoda che inibisce un'interiorità che ha molto da raccontare . Giovedì 4 Maggio, la 3B aspetta che entri in classe l'autrice per un incontro intimo e a porte chiuse. La Prof. Anna Valeri, una mente brillante, dotata di una visione didattica corrispondente alle istanze attuali, mi invita a sedermi in cattedra. Lei occupa una sedia in fondo alla classe, come un'alunna tra gli alunni. Prendere per mano gli studenti è questione di un attimo, il tempo necessario per frantumare il disagio iniziale e accordare loro  fiducia nei mezzi e nella capacità di analisi critica. Su ogni banco compare Oltre il velo sottile, e come d'incanto Salvo Lo Presti si materializza nell'aula, personaggio immaginario che si trasforma fino a divenire reale per bocca degli alunni. Le domande, inizialmente più caute e ragionate, si fanno via via più incalzanti, ripercorrono le scelte dell'autrice mettendole in discussione, ribaltano situazioni, suggeriscono percorsi diversi, entrano ed escono dall'interiorità del personaggio per sostituirsi al protagonista secondo una visione più soggettiva. La discussione si fa più ampia, tratteggia temi comuni ai giovani, spazia sul tema del bullismo e del riscatto umano, il perdono come un calcolo del cuore, l'amore come ricerca dell'altro se stesso. Sono stordita e intimamente felice della continua ricerca del "perchè" degli alunni del 3B, della loro partecipazione sentita, vissuta anche nelle pieghe più profonde della storia narrata. Non ho tempo per riflettere, ma ho netta la sensazione che i giovani hanno bisogno di riportare alla realtà qualsiasi argomento, trovare punti d'appoggio con l'immanente. Serena, Emma, Tommaso, Emanuele, Sofia, Federico, Annachiara, Alice, Beatrice, Flavio, Edoardo, Luca, Giorgia, Cecilia, Simone, si sentono tutti protagonisti della storia, ognuno con il proprio vissuto, ognuno con la visione ancora acerba della vita, ma lucida e concreta. Li guardo mentre alzano la mano per scandagliare sempre più in profondità Salvo e le sue scelte, li osservo sinceramente curiosi di appagare il desiderio di confronto che va ben oltre il banale e lo scontato. Ho un moto di commozione quando la campanella della terza ora squilla con puntuale precisione. L'applauso che segue a fine incontro mi restituisce la consapevolezza che gli alunni del 3B del Liceo Foscolo hanno superato brillantemente il banco di prova. In un futuro imminente voleranno alto davanti la platea dell'Aula Magna come protagonisti di una meritata storia pubblica.
L'autrice, Anna Risi.


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"TRA SCAVI, CARDINI, DECUMANI E ORACOLI, LA STORIA AFFIDA ALLA MEMORIA LA SUA ETERNA TESTIMONIANZA"
Visita dell'area archeologica di Pompei - classi 2E e 2G
Gita a Cuma - classi 1D e 1G
Referenti del progetto: Prof. S. Coluccia, A. Pezzola, E. Fadda.
29 Aprile e 8 Maggio 2023
Ancora oggi si prova un misto di attrazione e inquietudine per la sorte di Pompei dove giace addormentato il ricordo "di ciò che fu". Città che nel 79 d. C. fu sepolta da una violenta eruzione del Vesuvio, ricoperta di lava e cristallizzata per l'eternità. Quando si arriva a Pompei, tra cardini e decumani, incroci e svolte, il passato sembra accompagnarsi al nostro presente e radicarsi nell'immaginario collettivo. L'idea di portare gli studenti a visitare luoghi che sono patrimonio dell'umanità, si è trasformata in progetto con solide basi e specifici obiettivi, esigenza avvertita dai docenti Coluccia, Pezzola e Fadda dopo aver osservato negli ultimi anni un vero e proprio black-out di memoria tra le generazioni, un deterioramento del significato della storia che ha perduto i tratti di disciplina costruttrice di sentimento di cittadinanza, di identità e consapevolezza culturale, civile e politica nel senso pregnante del termine. Nonostante le intemperanze metereologiche dell'ultimo mese, la visita del 29 Aprile si è svolta in una gradevole e soleggiata giornata primaverile. Solo a tratti rade nubi hanno regalato una sottile pioggia che ha stemperato la calura ripulendo il basolato della città ricoperta dall'eruzione. Gli alunni della 2 E e della 2 G hanno seguito con straordinaria partecipazione le guide turistiche locali, scrutando e memorizzando visivamente le ricche dimore, le botteghe, le terme, le basiliche, i teatri, le necropoli suburbane, i lupanari dell'antica città dissepolta in un viaggio nel tempo ricco di emozione e commozione. Qualche ora dopo, tra i cardines e i decumani, gli studenti guidati dagli insegnati, hanno visitato le domus del Fauno, dei Vetti, dei Misteri con i loro affreschi straordinariamente conservati, testimoni dei quattro stili della pittura pompeiana, e di culti e riti a carattere misterico e iniziatico. 
A distanza di otto giorni dalla visita di Pompei, il circuito della storia proietta i ragazzi della 1D e della 1G a Cuma, in uno dei luoghi più sacri dell'antichità: il santuario oracolare di Apollo e l'antro della vergine sacerdotessa, che scriveva sulle foglie in una forma ambigua e "sibillina", i responsi del dio. ​ La passeggiata letteraria apre un percorso di suggestione e di intensa emozione vissute attraverso la declamazione dei passi di Virgilio e Ovidio relativi alla figura della Sibilla Deifobe e alla tappa cumana del viaggio di Enea, in un ideale gemellaggio tra le terre flegree e il Lazio Virgiliano, approdo ultimo dell'eroe troiano. Ma è di fronte al tempio del dio oracolare che i ragazzi si vestono dei panni dei pellegrini di un tempo, e affidano alla Sorte attraverso piccoli biglietti i loro desideri, le loro aspirazioni, i loro sogni, le loro speranze. Captarne il contenuto emoziona chiunque, sgretola le difese, azzera l'opinione abusata che le giovani generazioni sono prive di sentimenti e valori. In realtà questi piccoli uomini e queste piccole donne non sono molto differenti da coloro che li hanno preceduti. Il viaggio di ritorno li restituisce al quotidiano, alla realtà di un'aula e un banco che si sono arricchiti di ricordi storici che resteranno memoria e mai oblio.
Un plauso ai docenti Coluccia, Pezzola e Fadda che hanno trasmesso ai loro studenti il senso profondo della storia come terreno costitutivo e imprescindibile per un'identità collettiva.
L'inviata, Anna Risi.
Breve video uscita a Cuma
Classi 1D e 1G

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"LA CAVALCATA TRIONFALE DEGLI ATTORI E DELLA REGISTA MARCELLA PETRUCCI"
Palio Teatrale Studentesco, città di Velletri 29 Marzo - 28 Aprile
Teatro Artemisio G. M. Volonté
E' un anno costellato da un susseguirsi di successi quello del Liceo Classico Ugo Foscolo, impegnato in diversi progetti e molteplici fronti tali da renderlo una fucina di creatività in grado di sprigionare ad ogni evento un elisir di futuro. La capacità di rappresentare l'antico e il moderno è la carta vincente di questa comunità scolastica, quella carta che gettata sul tavolo non teme il confronto, ma si avvale esclusivamente dell'impegno serio e costante. L'ultima fatica, in ordine cronologico di tempo, è stato il doppio appuntamento al Teatro Artemisio G. M. Volonté di Velletri. L'esordio, Il 14 Aprile con i Persiani di Eschilo, ha sancito l'ennesimo tributo a questa straordinaria compagnia teatrale che si è cimentata in un'opera caratterizzata da una trama semplice, ma dallo stile ardito e metaforico. La capacità di dar rilievo al coro, in assenza di un prologo e un esiguo numero di personaggi, ha consentito alla regista di amplificare l'emozione scaturita da un insieme omogeneo e articolato di voci. Voci che hanno raccontato il dolore di un popolo dal punto di vista dello sconfitto, interpretazioni che hanno suggerito l'idea che l'altro, il nemico, va protetto dalla tentazione di deriderlo e umiliarlo. Se Eschilo racconta la vittoria del suo popolo attraverso gli occhi dei persiani, gli occhi dell'altro, allo stesso modo attori e regista interpretano il testo come fosse un vissuto appartenente alla loro pelle e al loro cuore. La prolungata standing ovation che ne consegue è il naturale e spontaneo tributo a questa superlativa rappresentazione teatrale. Il 19 Aprile, con un'opera completamente diversa dalla precedente, la compagnia teatrale del Foscolo si cimenta nell'Alcesti di Euripide, dove l'eroina del mito greco, resa immortale dall'autore, si offre di morire al posto del marito. Saranno gli dei impressionati dal gesto di affetto e generosità a premiarla, e a farla ritornare a vivere con l'amatissimo sposo. La rappresentazione che la regista Petrucci mette in scena, tocca l'apice dell'emotività umana quando Alcesti, dopo aver pregato gli dei, dà l'addio al letto nunziale, simbolo di una felice vita in comune che bruscamente verrà spezzata. Il talento creativo della regista e l'emozionante performance dei giovani attori colgono un meritato bis, una seconda standing ovation che ripaga ogni sacrificio profuso per l'allestimento dell'opera. Chi vive come me, dall'interno e dall'esterno, da spettatrice e commentatrice, non può che sottolineare ancora una volta il talento innato della regista, e le doti attoriali dei ragazzi del Foscolo. Dietro la creazione di ogni spettacolo convergono tutte le scelte artistiche del significato che l'opera compiuta dovrà veicolare. Far funzionare uno spettacolo significa soprattutto dettare i tempi teatrali dello svolgimento del testo, dare intenzione agli attori per centrare il significato drammaturgico di ogni ruolo, dialogare con il coreografo, e creare luci che sappiano narrare e completare le scene. 
L'inviata, Anna Risi.

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" V I A G G I O   N E L   T E M P O "
CIRCUITO MONUMENTALE DI ALBANO - VISITA DIDATTICA - CLASSI II E e II G - 25 Marzo 2023
Progetto a cura del Prof. Pezzola e della Prof. Coluccia di concerto con l'archeologo Alessio Biagioni
Il Liceo Classico Foscolo vive nella storia ed è parte integrante della storia. Nel lato sud-orientale della Scuola si respira il passato attraverso le mura di cinta della Castra Albana, fondamenta sulle quali sorse la città moderna, e dove all'origine vennero erette le baracche dei legionari e poi le case dei cittadini, che Costantino donò alla basilica da lui fondata in Albano. Avvertire l'esigenza di conoscere il proprio territorio, rivalutare un patrimonio storico che affonda le radici nel passato e continua ad essere storia nel presente, ha sollevato una forte spinta nei docenti Pezzola e Coluccia a rendere consapevoli gli alunni sulla identità territoriale a cui appartengono, per ricordare e riflettere sulle conquiste sociali, economiche e politiche di chi fondò il "castrum" per la seconda Legione Partica. Il circuito monumentale di Albano organizzato partendo dai Cisternoni, apre agli studenti un mondo sotterraneo di grande suggestione, un magnifico esempio di serbatoio d'acqua (tutt'ora, potenzialmente, funzionante) alimentato da due acquedotti che consentiva l'approvvigionamento idrico dei Castra Albana, l'accampamento militare fatto costruire dall'imperatore Settimio Severo, nucleo originario della successiva città di Albano. Il dottor Biagioni, guida d'eccellenza, dopo i Cisternoni conduce gli alunni attraverso gli antichi vicoli della città, fino ad arrivare in prossimità della basilica di Santa Maria della Rotonda, edificio sacro ricavato in età medievale da un ninfeo della villa imperiale di Domiziano. Sebbene, per motivi di sicurezza, non è possibile visitarne gli interni (attualmente in fase di restauro), i ragazzi hanno apprezzato la complessità della vicenda urbana della città e la sua stratificazione, che la rende un vero e proprio palinsesto storico-archeologico. Il percorso del circuito raggiunge l'apice di massima suggestione quando gli studenti arrivano al Museo della Seconda Legione Partica. Ricavato negli ambienti delle terme realizzate dall'imperatore Caracalla per lo svago dei legionari del Castra Albana, il Museo espone una serie di fedeli ricostruzioni di armi, armature, vestiario ed equipaggiamenti dei legionari stessi. Gli alunni avvertono subito di essere entrati a pieno titolo nella storia, in quanto la modalità di museo sperimentale-esperienziale consente loro di toccare e indossare le ricostruzioni degli equipaggiamenti. I giovani legionari del Foscolo hanno così sperimentato quanto fosse arduo vestire simili armature e sentirle addosso come una seconda pelle durante i viaggi e i combattimenti. Davanti alle Catacombe di San Senatore, ultima tappa del circuito monumentale di Albano, gli alunni sembrano cambiare espressione nei volti. La penombra del cimitero sotterraneo li induce a raccogliersi in una dimensione spirituale, quasi mistica, nel rispetto delle prime comunità cristiane del comune di Albano. Una luce diffusa li riporta all'improvviso alla realtà. Il viaggio nella storia si conclude nella consapevolezza che i Castra furono posti sulle pendici del lago di Albano in una posizione che permetteva di dominare l'Appia e gran parte della pianura verso Roma e fino al mare, privilegio di cui continuerà a godere per sempre questo magnifico angolo dei Castelli Romani.
Un particolare ringraziamento al Professor Pezzola e alla Professoressa Coluccia che ci hanno permesso di viaggiare nella storia.
L'inviata, Anna Risi.

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"L'EMOZIONANTE DEBUTTO TEATRALE DEGLI ESORDIENTI, LA STRATOSFERICA PERFORMANCE DEI VETERANI" 
Festival Studentesco "Chi è di scena" 29/03/2023 - 31/03/2023 
Gioia Del Colle - Bari.
"L'attore ha assunto l'abitudine di comandare ai suoi occhi, alle sue labbra, al suo volto; perchè è un'abitudine, non è dunque un sentimento improvviso della cosa che dice, è l'effetto di un lungo studio".
La Compagnia teatrale di Marcella Petrucci è una macchina che non conosce sosta nè riposo. Un'auto su cui salgono da anni studenti di ogni età spinti dalla passione e dal coinvolgimento che la loro  guida ha saputo magistralmente trasmettergli. Spesso in giro per l'Italia, da Nord a Sud, senza soluzione di sosta, senza cedimenti, senza se e senza ma. Convinti, consapevoli, entusiasti, sono approdati a Gioia del Colle per rappresentare la loro esperienza teatrale frutto di duri mesi di lavoro e di applicazione costante. I ragazzi della III F hanno vissuto l'emozionante debutto degli esordienti con l'impegnativa Ecclesiazuse di Aristofane, una commedia incentrata su un gruppo di donne con a capo Prassagora che decidono di convincere gli uomini a dar loro il controllo di Atene, perchè in grado di governare meglio ed evitare la rovina della città. Nonostante l'ansia da prestazione della prima volta in scena, questi giovanissimi attori hanno impressionato il pubblico e la critica per lo stile di recitazione, intenso e sofferto, e il carattere dei personaggi, tormentato e nevrotico. I veterani, ossia i ragazzi del V C, hanno incantato la platea con Tesmoforiazuse, altra commedia di Aristofane in cui Euripide, personaggio di spicco, nell'occasione della festa di Tesmoforie in onore di Demetra, crea un piano per evitare che le donne si riuniscano per tramare vendetta contro di lui per i trattamenti ricevuti. Questi giovani attori hanno reso con la forza necessaria i sentimenti del loro ruolo, trasmettendo allo spettatore l'immaginazione perfetta della verità. Il valore della loro brillante performance risiede nella plausibilità delle emozioni rappresentate o, meglio, nell'autenticità delle emozioni presentate, in quanto non si traccia alcuna differenza tra le une e le altre. La macchina di Marcella Petrucci è un congegno meccanico sofisticato e perfetto, e a manovrare i delicati ingranaggi vi sono persone come Donatella Russo e Giusy Febbraro che da dietro le quinte gestiscono operazioni di organizzazione delicate e preziose. L'anima della Compagnia teatrale del Liceo Classico Ugo Foscolo è una indiscussa regista a cui va il merito di far abbracciare ai suoi attori, esordienti o veterani, l'intera estensione di un grande ruolo, di combinare i chiaroscuri, i toni dolci e quelli lievi, di apparire coerenti sia nei momenti tranquilli che in quelli agitati, essere versatili nei dettagli, armoniosi e unitari nell'insieme, e formarsi in un sistema di declamazione saldo. Tutto ciò è opera di una mente superiore, dotata di intelligenza profonda, di un gusto squisito, di un'applicazione faticosa, di una lunga esperienza e di una tecnica di memoria poco comune.

L'inviata, Anna Risi.
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"QUANDO LA SCRITTURA SVELA LA NOBILTA' DEGLI ULTIMI"
Incontro con l'autore: Daniele Mencarelli illumina la platea del Liceo Classico Ugo Foscolo.
Il tempo che passa, il successo che incalza, la notorietà che dispiega all'orizzonte nuove importanti prospettive, non cambia l'uomo, la  profondità dello sguardo, il suo intimo sentire. Daniele Mencarelli resta saldamente ancorato al ragazzo di trent'anni fa: ribelle, inconsueto protagonista di una vita che, solo all'apparenza, è uguale a tante altre esistenze tormentate, vissute al limite, caratterizzate da rovinose cadute e da altrettante prodigiose risalite. La sua presenza riempie ogni spazio dell'Aula Magna, sovrasta il tempo che annichilito sembra fermarsi, interrompere il suo fluire inarrestabile. Con lui non c'è bisogno di invocare un unanime "Giù la maschera!", lui è sempre nudo, privo di qualsiasi velo che mistifica la narrazione. Con la consueta spietata limpidezza di sguardo e uno stile essenziale e diretto, si spoglia e spoglia la sua vita concedendo ad ogni studente la possibilità di scavare dentro agli eventi, di guardare con lenti umanizzate il vissuto di un uomo tra gli uomini che non teme il giudizio, che viaggia per l'Italia visitando i centri sociali, le carceri, i centri psichiatrici, le scuole, portando ovunque un messaggio preciso: "salvezza", capacità di rinascere dal fango, di risorgere dalle ceneri dopo aver attraversato l'inferno terreno. Ciò che colpisce di questo straordinario autore è l'assenza di pietismo, di eroismo. Le sue risposte, l'analisi del vissuto, le esperienze trasgressive sono taglienti, asciutte, dirette, uno sprone sincero a sentirsi vivi e palpitanti anche quando la luce in fondo al tunnel appare un miraggio lontano. "Fame d'aria", l'ultima fatica letteraria di Daniele Mencarelli, ci dimostra quanto questo autore sia vicino agli ultimi, a quelli come Jacopo protagonista con Pietro della storia, abbandonati dalle strutture pubbliche, da uno stato assente, da un mondo che si stanca facilmente quando la malattia diventa un ostacolo, un impedimento  alla libertà, un sacrificio di dedizione e sopportazione che estrania dall'esterno e crea una prigione dove la fame d'aria diventa insostenibile. Un incontro, quello con Daniele Mencarelli, che lascia segni profondi, cicatrici di un vissuto da cui nessuno è indenne, e infine la speranza che la via della salvezza ci è indicata da chi ha percorso sentieri sterrati lasciando orme precise per altre direzioni.
L'inviata, Anna Risi.

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"GIOVANI AMBASCIATORI CRESCONO"
Progetto Muner (Model United Nations Experience Run) a cura della Prof. Laura Giuliani
Proiettarsi nel futuro comporta ampliare gli orizzonti, sfidare l'innovazione, percepire le istanze attuali e indirizzarle verso il domani. Politiche di formazione che mirano a obiettivi professionali di alto profilo e restituiscono alla scuola il titolo nobiliare che le appartiene. Da alcuni anni il Liceo Classico Ugo Foscolo ha messo in atto un piano progettuale di ampio respiro, un insieme di iniziative volte ad agevolare percorsi professionali in grado di far fronte alle future richieste di mercato. L'ultima conquista in ordine cronologico di svolgimento è stato Il MUNER, un ambizioso traguardo portato a termine brillantemente dalla Prof. Laura Giuliani e dagli studenti del III- IV e V anno. Per l'intero mese di Febbraio i partecipanti hanno vissuto l'ebrezza di trasformarsi due volte a settimana in giovani rampanti ambasciatori, indossando abiti dal taglio elegante, seguendo lezioni per lunghe ore, ed approfondendo l'agenda politica internazionale cogliendo le criticità più spinose per trasformarle in elaborati in grado di fornire risoluzioni negoziando con alleati e avversari, risolvendo conflitti e imparando a muoversi con abilità all'interno delle "committees" adottando le regole di procedura delle Nazioni Unite. Encomiabile è stata la capacità di gestione tra impegni scolastici e progettuali, un intricato mosaico in cui studenti e insegnanti, in primis la Prof Giuliani, hanno collocato perfettamente tempi e spazi collegando il presente al futuro attraverso un ponte strutturalmente solido. Un ponte che il 1 di Marzo li ha visti attraversare l'Oceano Atlantico per raggiungere New York e vivere la più grande e prestigiosa esperienza internazionale organizzata da United Network. Nella Grande Mela, a pochi metri da Times Square, insieme a più di 3000 studenti provenienti da tutto il mondo, gli studenti del Foscolo hanno partecipato con grande professionalità all'appuntamento annuale per confrontare idee e definire nuove strategie di politica internazionale. New York li ha accolti e premiati, li ha portati all'interno della più entusiasmante simulazione dell'Assemblea delle Nazioni Unite per affrontare gli stessi temi che i veri ambasciatori discutono all'interno del Palazzo di Vetro ogni giorno. Ancora una volta il Liceo Foscolo conferma la capacità di sfidare il futuro attraverso un profondo rinnovamento dei superati canoni classici.
L'inviata, Anna Risi.

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"IMPARA NELLA SEMINA, INSEGNA NEL RACCOLTO"
Premio Donatella Colasanti- Rosaria Lopez (categoria cortometraggi)
Regione Lazio in collaborazione con la IX Commissione Lavoro, Formazione, Politiche Giovanili, Pari Opportunità, Diritto allo Studio - e curato dall'Ufficio Cinema - Progetto in memoria delle due ragazze vittime del brutale episodio di violenza avvenuto il 29 settembre 1975 a San Felice Circeo.
"In tutte le cose, e specialmente nelle più difficili, non ci si deve aspettare di seminare e mietere nel medesimo tempo, ma è necessaria una lenta preparazione, affinché esse maturino gradatamente. In rebus quibuscumque difficilioribus  non espectandum, ut quis simul, et serat, et metat, sed praeparatione opus est, ut per gradus maturescant".
Non giudicare ciascun giorno in base al raccolto che hai ottenuto, ma dai semi che hai piantato. E i semi che cinque anni fa furono sparsi nella terra fertile del Liceo Foscolo, sono germogliati anno dopo anno gravidi di promesse e di solide realizzazioni. L'ultima, in ordine cronologico, è rappresentata dal Premio Donatella Colasanti- Rosaria Lopez, un riconoscimento che va ben oltre le capacità attoriali dei ragazzi del 5C, per collocarsi nella sfera dei grandi progetti umani e sociali. Sei giovani ragazzi, Francesco Granturco, Francesco Folgarait, Samuela Bargigli, Lorenzo Saltarelli, Viviana Troncone, Sofia Petrucci, coadiuvati dalla immensa Giusy Febbraro, loro insegnate di Lettere con una visione dell'apprendimento distante dal metodo nozionistico e frontale e con ampi orizzonti sulla realtà contingente, hanno prodotto un cortometraggio originale, sensibile, volto a mettere in rilievo il nesso che esiste tra violenza e possessione, amore e sottomissione. Partendo dai tragici fatti avvenuti il 29 settembre del 1975 a San Felice Circeo, e rielaborando gli stessi interrogando il proprio intimo sentire, hanno costruito un corto a cui hanno attribuito il titolo "Volevo solo divertirmi", uno schiaffo in pieno viso a chi  ha subito violenza, una giustificazione che ha il chiaro significato di "condanna". Un titolo su cui riflettere, su cui meditare per comprendere l'oscurità che si annida nell'animo umano, un buio che spesso sa travolgere e trovare squallide illogiche giustificazioni. Il triangolo che caratterizza i personaggi del racconto: la ragazza violentata, il fidanzato possessivo, gli amici preoccupati è un incastro perfetto di storie, di vicende che hanno un comune denominatore: la violenza fisica, ma anche verbale, psicologica, un malessere che accompagna la nostra epoca mettendo in rilievo l'inconsistenza, l'inadeguatezza e la fragilità dell'universo maschile. Un viaggio, quello percorso dagli studenti del 5C, nei meandri dell'animo umano con il chiaro obiettivo di raggiungere la consapevolezza della parola "violenza". Un sentiero dove l'impegno, la coesione, la capacità di utilizzare un obiettivo spesso invisibile a molti, continua a produrre successi frutto di una instancabile ricerca della verità e del senso più profondo e nascosto del comportamento umano.
Ad maiora semper!
                                                                                                                                                                                                L'inviata, Anna Risi

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"PRIMA IL SILENZIO, POI LA MUSICA E LA DANZA: PASOLINI VA IN SCENA AL LICEO CLASSICO UGO FOSCOLO"
Pasolini Contemporary Glance
Francesco Asselta Company Dancers
3 dicembre 2022 presso l'Aula Magna del Liceo Ugo Foscolo
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"Quando compare su qualsiasi scena il corpo, è sempre portatore di scandalo. Quando si mostra, si esibisce, ostenta le sue parti, e anche quando viene sottoposto a censura, è sempre per provocare: il corpo parla per "far parlare".
Nasce da questa affermazione l'idea artistica di Francesco Asselta, coreografo e regista dello spettacolo andato in scena nell'Aula Magna del Liceo Ugo Foscolo. La musica di fondo e la voce narrante, spesso la stessa di Pasolini, s'intrecciano modellandosi alla gestualità dei danzatori, magistrali interpreti del pensiero e della parola dell'artista, strumenti in grado di ricreare immagini tangibili, una sorta di film proiettato dal vivo senza nessun filtro, a cavallo della storia umana del più grande intellettuale del Novecento. La sequenzialità delle scene offre alla platea dei giovani studenti frammenti di vita, di lotta, di dissidenza, di pensiero libero   attingendo dalla produzione poetica, letteraria e cinematografica di Pasolini. La compagnia dei danzatori, abili interpreti della sacralità del gesto, attraversa testi e visioni dando vita ad un omaggio fatto di tensione e redenzione, sogni e utopie. Dalla Religione del mio tempo, Lo sviluppo e il progresso, Profezia e il celebre articolo "Io so" pubblicato poco prima della sua morte, la Company Dancers si destreggia tra temi diversi ripercorrendo un'epoca e il suo più significativo, ostinato e eternamente contrario interprete. Lo sguardo di Pasolini sulla realtà è evidenziato dalla Contemporary Glance nella sua sincera scrupolosità, uno sguardo quasi scientifico, da un lato, e partecipativo e commosso, dall'altro, in quella dialettica tra passione e ideologia che hanno permeato l'esistenza di un diverso. Performante e seducente è l'intero spettacolo portato in scena, un affresco esistenziale ed epocale che trova il suo apice in due momenti di tensione emotiva tale da scuotere le coscienze di una giovane platea. I lacci che tengono legato un uomo ad altri uomini al centro della scena, è la metafora di ciò che il potere fa sul corpo umano, un disfacimento a cui è impossibile porre rimedio. Emblematica e inquietante è la donna in nero che tiene legati al guinzaglio esseri umani di cui ne è la padrona, simbolo di un sistema che imbriglia e condiziona, e da cui è difficile sottrarsi senza pagare dazio. Non meno impattante è la scena attinta dal film Salò o le 120 giornate di Sodoma, un matrimonio in cui le parti sono invertite: lo sposo indossa l'abito femminile e la sposa quello maschile, una provocazione, una delle tante di Pasolini in grado di smascherare un sistema ipocrita costruito sulla negazione della libertà di comportamento e di pensiero. L'essenza di questo magnifico spettacolo, omaggio ad un uomo, un poeta, un intellettuale di cui ognuno avverte la profonda mancanza, si racchiudere nel suo stesso pensiero: "Non dovete far altro che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, identificarvi col diverso".
                                                                                                                                                 L'inviata, Anna Risi 


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"FLASH MOB, PITTURA E POESIA:
IL LICEO FOSCOLO INTERPRETA MAGISTRALMENTE
​LA GIORNATA DEDICATA
ALLA VIOLENZA SULLE DONNE"


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Danza leggera
su spira di vento di sogni
Di fiocco
di neve
Che si tinge
di croco.
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Ore 9.00 del mattino: il liceo è in fibrillazione. Il suono della prima campanella porta solo momentaneamente gli alunni nelle proprie classi. A distanza di un'ora la scala centrale e i corridoi si trasformano in un via vai di attività, di iniziative, di angoli dedicati, di coinvolgimento che tocca il cuore. All'improvviso è come trovarsi in pieno centro: ogni artista dedica il proprio talento alla folla che passa e resta incantata dal forte sentimento di compartecipazione. Pietro e il suo dipinto che squarcia le tenebre e mette in risalto la mano assassina dell'uomo, un simbolismo nè banale nè abusato, solo una scheggia d'anima riversata sul presente da un giovane diciassettenne. Una realtà crudele che interpreta e se ne fa interprete attraverso la visione di artista collegato alla stretta attualità. Il suo manifesto di denuncia è l'aperta condanna dei giovani ancora in erba nei confronti della categoria più adulta, quella che nel tempo ha sviluppato la propensione alla più aberrante forma di violenza. Encomiabile e performante il suo tocco che tocca, quel pennarello che attinge sensazioni ed emozioni dall'intimo sentire risvegliando le coscienze sopite. Pietro non lo sa, ma il suo giovane talento costringerà chiunque posi gli occhi sul suo dipinto alla revisione di comportamenti brutali e inammissibili. Marta e la passione per il mito greco: mescola con maestria gli insegnamenti dei grandi del passato amalgamandoli all'attualità in forma di poesia. Versi evocativi i suoi, parole che si fanno immagine chiara, nitida sul fiocco candido di neve oltraggiato dal croco. Spirali di vento e di sogni spazzati via dalla furia omicida dell'uomo. Marta ha solo quindici anni, ma la sua poesia smentisce l'età anagrafica investendola di una maturità che scuote e fa riflettere sulla capacità dei giovani di essere dentro alle cose con coraggio e sentimento. Sono profondamente orgogliosa di questa comunità scolastica capace di fare scuola seria, e allo stesso tempo rispondere alle istanze attuali puntualmente e con dedizione.
                                                                                                                                                  L'inviata, Anna Risi 


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