"LEGGEREZZA: UN VOLO PER NON SPROFONDARE" Premio Letterario "Ugo Foscolo" XXIII edizione in ricordo dei professori Roberto Quercioli e Carlo Cecchini Dirigente Scolastico: Lucio Mariani Docente Referente del Progetto Prof.ssa Giuseppina Febbraro Premiazione Sabato 11 giugno 2022 ore 10.00 Aula Magna "Mario Forte" ANIMA "Vivo in te/soffio leggero di istanti vissuti/giorni intrecciati in passaggi angusti/tra dolori di sconfitte/e sorrisi strappati alla felicità/Saliamo insieme la vita/stretti dalle corde del destino/Fatale la meta vince/la morsa del tempo/Ti stringo nell'ultimo battito/e leggera mi sollevo/dalla tua notte eterna/Un vento di luce mi afferra/Respiro". Giuseppina Febbraro Si apre con la lettura della poesia di Giusy Febbraro, anima e animus, coscienza e condivisione del progetto, la XXIII edizione del Premio letterario "Ugo Foscolo". L'Aula Magna "Mario Forte" alle 10 di mattina non riesce a contenere le presenze: un concentrato di scuole di ogni ordine e grado assistono alla premiazione che si annuncia come un caleidoscopio di emozioni distillate dagli occhi limpidi dei vincitori. Il pianista, un talentuoso alunno del 3C, accompagna la lettura delle poesie accordando note e abbinando di volta in volta la melodia alle parole. La simbiosi tra musica e poesia è perfetta. Ad ogni premiazione il silenzio si interrompe, e l'emozione che traspare sui volti degli spettatori riflette l'intensità emotiva vissuta dalla platea. Bambini, adolescenti, ragazzi si avvicendano sul palco, ognuno con il proprio talento stretto tra le mani, e una manciata di sogni da stringere nel cuore. Toccando tematiche diverse e osservando la realtà da angolazioni diverse, i piccoli e grandi vincitori dimostrano con le loro opere come la leggerezza è una dimensione a cui ambire, ma anche qualcosa da ricercare e coltivare, cui dedicarsi come ad un esercizio spirituale per arrivare a rendere la propria vita più lieve. Quando la poesia lascia il passo alla Sezione Prosa, il concetto di "leggerezza" assume la forma e la concretezza di un vero e proprio "modus vivendi". I racconti brevi, alcuni scritti da ex alunni del Liceo Foscolo, illuminano sulla capacità della leggerezza di trascendere il quotidiano, di sperare, di sognare, di decidere di quali tinte colorare il nostro mondo accettando i propri carichi e i propri pesi, facendosene interpreti, trattenendo ciò che àncora e radica e lasciando andare ciò che vincola soffocando. Giusy Febbraro conduce magistralmente la manifestazione, dirige un'orchestra variegata, costituita da un insieme eterogeneo di voci, di personalità, di sfaccettature utilizzando quel metro che non appartiene agli insegnati, quel metodo tutto umano di comunicare, di trasmettere la passione attraverso il canale più incisivo: la condivisione e la compartecipazione. I suoi occhi limpidi trasportano la platea verso il mondo dei colori, delle sfumature, spingono lo sguardo verso l'ultima sezione del concorso, lì dove l'arte si manifesta attraverso la luce e le sue infinite tonalità. Le rappresentazioni pittoriche dei vincitori sono dipinti che parlano attraverso le forme, le tinte, la tecnica, esprimendo con il disegno la leggerezza della vita stessa e contemporaneamente la sua imbrigliabile fugacità. Quattro ore di sospensione dalla realtà, di leggerezza vissuta attraverso gli occhi innocenti di chi osserva il mondo e ne conserva intimamente la parte migliore. Come Perseo si sosteneva sui venti e sulle nuvole per poter tagliare la testa della Medusa senza essere pietrificato, così analogicamente il poeta, lo scrittore, il pittore, il mondo tutto deve ricercare la leggerezza per reagire al peso del vivere. L'inviata, Anna Risi.
"LA PAROLA CHE INCANTA, L'EMOZIONE CHE FA PENSARE" Creativa Awards 2022 - Premio Categoria Superiori- Martin Maiuri con l'opera dal titolo "Lettera a Teresa" Premio Professoressa Creativa - Anna Valeri. "Siamo nati troppo tardi per vedere l'umanità fiorire e troppo presto per vederla cadere". La forza di una lettera risiede in un duplice aspetto: essere diretta e al contempo molto intima. Con questi presupposti Martin Maiuri studente della V A del Liceo Classico Ugo Foscolo ha vinto il premio categoria superiori Creativa Awards 2022, un concorso ispirato ai valori dell'innovazione, dello sviluppo sostenibile e della creatività. Per poter comprendere appieno le motivazioni del successo di questo giovane studente, è necessario leggere con attenzione la lunga lettera scritta a "Teresa". Il primo aspetto che colpisce il lettore è la sensibilità di cui è dotato l'autore, l'acuta introspezione con cui esamina passato e presente, il flusso di coscienza attraverso il quale scava in profondità rielaborando i ricordi e le emozioni di un'età da cui non ha mai preso le distanze. Martin ripercorre la sua esistenza, ormai prossima al tramonto, assieme a Teresa suo amore di gioventù creando un'atmosfera in grado di rendere l'ormai defunta compagna di adolescenza ancora complice e reale come non mai. L'utilizzo dell'ellissi temporale permette a Martin di evidenziare gli inevitabili mutamenti epocali, di raccontarli con nostalgico rimpianto senza mai condannare l'una o l'altra epoca. L'abilità nel tracciare la linea storica tra presente e passato, gli permette di costruire un ponte narrativo che collega le diversità e le differenze tra due mondi contrapposti dando modo a un ampio pubblico di capire il mondo, un mondo che cambia velocemente e drammaticamente. Il suo obiettivo invisibile fotografa i mutamenti epocali per poi condividerli con Teresa, traccia la lentezza del passato per metterla a confronto con la fluidità del presente, e porta alla luce l'assenza di emozioni vere e costanti che caratterizzano il moderno vivere. Intense e intimistiche sono le descrizioni legate al lago, alle sue acque limpide, al borgo antico, alle passeggiate condivise con Teresa. In quei frammenti esistenziali le parole di Martin si aggrappano a un tempo sospeso, e lo spazio assume la dimensione dell'avventura dell'anima. Dalla prima all'ultima riga della lettera si ha la sensazione di vivere assieme ai protagonisti, di coglierne ogni sfumatura, ogni increspatura dell'anima, di essere proiettati attraverso il riflesso della memoria tra passato e presente, tra cambiamenti e adattamenti, rivoluzioni e assestamenti tipici di un'umanità in eterno cammino. In un'epoca in cui siamo sommersi da un diluvio di parole di cui poco rimane, Martin ha saputo regalarci l'immortalità del "verbo", così come Anna Valeri l'orgoglio di un premio costruito sulla creatività, l'intuito, l'energia profusa e il credo nella professione. L'inviata, Anna Risi.
"DEBOLE E' IL SOFFIO VITALE, POTENTE E' LA MEMORIA DEL SUO PASSAGGIO TERRENO" Murales a memoria di Elena Montani - Progetto, sviluppo ed esecuzione a cura di Donatella Russo. "Il profumo dei fiori non si diffonde in direzione opposta al vento, nè quello del legno, del sandalo nè quello dei fiori di tagara e di mallika, ma il profumo della brava gente si diffonde anche in direzione contraria al vento, pervade ogni luogo".
Lentamente, giorno dopo giorno, carattere dopo carattere, pennellata su pennellata, la parete sud-ovest del Liceo Foscolo ha assunto le sembianze di un murales che avvolge lo sguardo e lo proietta in una dimensione dai contorni sfuggiti, eppure ancora così reali, decisi, precisi. Un reticolo di parole tra papaveri dipinti a tratti con tonalità accese, altre più sfumate, ci conducono per mano in un passato recente, riportandoci indietro nel tempo. I segni e le immagini sulla parete documentano l'impulso, spesso insopprimibile, a comunicare al prossimo la memoria di un passaggio umano indelebile. I semi, germogliati nel giardino sul lato opposto al murales, sembrano specchiarsi nelle parole di cui diventano essenza e vita che pulsa, che respinge la morte e amplifica il soffio vitale. La tagara e la mallika, il sandalo e il legno, inflorescenze orientali, possiedono un loro linguaggio che ci racconta di benefici sprigionati dai fiori, di lenimenti per le sofferenze dell'anima, di capacità di stordire il dolore. "Elena" si pone tra questi due mondi: la parete affrescata e il giardino dove decine di nuove creature si sono affacciate con grazia e semplicità memori delle sue mani che, nonostante la devastante malattia, amavano trasformare la terra nuda in un giardino popolato da vivaci steli colorati. Chiunque passa e posa lo sguardo su quell'angolo di liceo, ha la sensazione di viverla attraverso le parole e l'onda profumata che giunge a intervalli irregolari. La magia ricreata da Donatella Russo è difficile da spiegare a parole. La sensazione tangibile per chi si sofferma in quello spazio dedicato, risiede nell'aver reso l'assenza "presenza". Elena non giunge da un mondo parallelo e lontano, è lì, dove riecheggia ancora la sua voce, il suo sorriso, i gesti e le sue parole. Elena sa che il suo respiro vaga tra la tagara e la mallika, il sandalo e il legno, soffia leggero e costante dove ha operato con serietà e diligenza, dove chi l'ha amata non l'ha mai dimenticata. Lei vive lì, dove ha trovato una nuova dimora costruita dalle sapienti mani di Donatella, e dove ha abbandonato per sempre la rabbia che graffia le pareti della ragione cercando un perchè. Il profumo dei fiori non si diffonde in direzione opposta al vento, ma il profumo della brava gente si diffonde anche in direzione contraria al vento, pervade ogni luogo. L'inviata, Anna Risi.
"L'AMBIGUO FASCINO DEL DOPPIO" XXVI Festival Internazionale del Teatro Classico dei giovani 22 Maggio 2022 - Palazzolo Acreide - Siracusa
"E' pazzo chi cerca la gloria a suon di lancia nelle battaglie, è un modo rozzo di porre fine ai problemi dell'umanità. Se le decisioni vengono affidate alla lotta di sangue, la violenza non abbandonerà mai le città degli uomini. Grazie ad essa alla fine hanno ottenuto solo un posto sotto la terra troiana: eppure si poteva risolvere con le parole la contesa sorta per te. Elena" (Elena, vv 1151-1160) Quasi novecento chilometri percorsi a bordo di un autobus per raggiungere Palazzolo Acreide, città barocca dalle radici greche situata nei monti Iblei. Soffia un vento di brezza tra le tendine semiaperte dei finestrini, un refolo che scompiglia i pensieri dei ragazzi del 4C, 4D e 4F ognuno alle prese con l'ansia da prestazione, quel timore che serpeggia nell'anima anche dopo anni di esibizioni su svariati palcoscenici. Una tensione destinata a svanire quando il teatro Akrai direttamente collegato tramite una galleria all'agorà della città e al bouleuterion, si mostra in tutta la sua antica magnificenza sovrastato dal cielo limpido della Sicilia sud-orientale. La regista, Marcella Petrucci e Donatella Russo sua preziosa collaboratrice, allestiscono la scenografia, eseguono gli ultimi ritocchi, spazzano via l'ansia dal volto dei giovani attori, elargiscono gli ultimi consigli, prima che l'Elena di Euripide si materializzi attraverso la brillante performance della Compagnia Teatrale del Liceo Foscolo. Nulla è lasciato al caso. La scelta di rappresentare una commedia degli equivoci anti litteram implica un impegno totale, l'adeguarsi degli attori a un cambio continuo di stati d'animo, di modulazioni della voce, di inversione di ruoli, di continui capovolgimenti di fronte. Durante l'esibizione, l'armonia, la simbiosi tra le diverse parti in scena, fluisce come un fiume in piena, scorre tra le vene degli spettatori che restano in silenzio ad ammirare l'affascinante connubio tra gioventù e classicità. L'Elena di Euripide, versione alternativa del mito di Elena, diventa una seconda pelle per gli attori del Foscolo, ognuno proteso verso quel successo auspicato e meritato dopo anni di impegno e di abnegazione totale. Da rilevare, come sempre, la straordinaria capacità della regista di amalgamare un insieme eterogeneo di parti, di infinite sfumature, di tonalità cangianti in un tutt'uno che valorizza il singolo e la coralità ponendoli sullo stesso livello. L'impalcatura teatrale, la cornice scenica, i costumi e l'allestimento sono invece frutto del pregevole lavoro di fino di Donatella Russo. "La nuova Elena" così definita ironicamente da Aristofane, ha trovato una dimora nell'attualità attraverso la ferma condanna della guerra pronunciata dal coro, e le inevitabili riflessioni che scaturiscono dall'arte tutta umana di instillare nell'animo dubbi, perplessità, e zone d'ombra. La notte stende un velo sottile sui volti affaticati degli attori. E' tempo di lasciare la terra di Sicilia, e di concedersi qualche giorno di respiro prima di chiudere un cerchio magico. Il 30 e il 31 Maggio all'Anfiteatro di Albano Laziale l'ultima performance di un ciclo di rappresentazioni impegnative che hanno evidenziato ancora una volta quanto il talento del successo non è nulla più che il fare ciò che puoi fare bene, e fare bene qualunque cosa tu faccia senza pensare alla fama. Se mai giungerà sarà perché è ben meritata, non perché è stata cercata. E voi l'avete meritata tutta fino all'ultima stilla di sudore. L'inviata, Anna Risi.
"SCRITTURA: GESTO PRIMO PER COSTRUTTORI DI SENSO" Incontro con Daniele Mencarelli Moderatore: Anna Valeri Aula Magna del Liceo Classico Foscolo 9 maggio 2022 Raccontarsi senza veli, parlare di sè senza omissioni citando anche particolari scabrosi della propria esistenza, mette a nudo la nostra interiorità valorizzando la profondità e mai la superficie. Si presenta così Daniele Mencarelli, poeta e narratore, capace di sedurre una platea di giovani studenti che, muniti di penna, carta e libri dell'autore partecipano attivamente ad un contraddittorio che sorprende, entusiasma, sbalordisce. Attingendo dalla trilogia autobiografica pubblicata dall'autore, e ripercorrendo i temi della sua poetica fondata sul rapporto con la realtà e sui grandi interrogativi dell'esistenza, molti ragazzi hanno posto domande, a tratti anche insidiose, e ricevuto da parte dell'autore risposte spiazzanti. Daniele Mencarelli non è un autore influenzato dai dogmi imposti dalla società, è un dissidente, uno di quei rari casi umani e artistici in cui la disobbedienza si trasforma in genio. Il rifiuto delle idee e dei comportamenti prevalenti sono il tratto di spicco della sua personalità, di un'anima che non sente la necessità di scontrarsi con il proprio ambiente solo per dimostrare di esistere. Una condizione che lo porta ad ascoltare quella voce che apre la mente all'infinito. Le sue opere, a partire da "La casa degli sguardi", sono strutturalmente orientate alla scoperta di se stessi, al viaggio inteso come scuola di vita, ai momenti esistenziali in cui siamo attratti dal gorgo del vuoto, a quei giorni in cui tutto sembra non avere uno scopo. Le esperienze di vita raccontate da Daniele Mencarelli ci inchiodano alla riflessione e alla presa di coscienza, ci costringono a una revisione del nostro vissuto, ci mostrano l'essenza della vita in tutta la sua brutalità e anche l'apparire improvviso di squarci di inattesa bellezza. Determinante e formativa è la lettura di alcuni passi della sua narrazione, frammenti esistenziali in cui l'autore con grazia cruda ci dimostra quanto sia facile rifugiarsi nell'alcol e nella spirale della solitudine. Anche dal fango nascono fiori, ed è proprio in quella pozzanghera limacciosa che Daniele riesce a piantare i semi per la rinascita. Fiori che, una volta sbocciati, gli permetteranno di risollevarsi e di scrivere "Tutto chiede salvezza" con cui vincerà il premio Strega Giovani. Dopo due anni di attesa, il post Pandemia ci regala un Davide Mencarelli in grado di illuminare la platea dell'Aula Magna del Foscolo, restituendoci la bellezza dell'incontro con chi del "vuoto", del "nulla", e del "senso" ne ha fatto un capolavoro. La rinascita umana e culturale passa sempre attraverso la divulgazione e la condivisione. L'inviata, Anna Risi.
"IL TEATRO DELLA VITA, LA VITA A TEATRO" Kairos, 2 Giornata Performativa - Regia di Marcella Petrucci - "Il dovere dello spettatore, proprio come quello dell'attore, non si ferma in platea. Lo spettatore osserva, assorbe, condivide, critica, divulga l'operato dell'artista, ricordando ad ogni frammento di esibizione il lavoro e le energie profuse per mettere in scena un'opera. Non conta dove avviene la narrazione, se in un anfiteatro, una grande sala, una gradinata o una semplice scala, dietro ogni palco vi è impresso a caratteri cubitali il credo e la passione verso l'arte vissuta come strumento di rivincita universale. L'attore ha il dovere di mettere in scena la crudele bellezza, consapevole che la sua performance non sarà mai perfetta, ma soggetta a critiche e giudizi. Entrambi i ruoli permettono il teatro della vita, e la vita a teatro. L'applauso rappresenta la catarsi per l'attore, l'emozione l'apoteosi per lo spettatore". Marcella Petrucci.
Venerdì 22 Aprile, Aula Magna del Liceo Foscolo, luogo dove vivere il teatro come uno spazio in cui vanno in scena verità forse mai accadute eppure sempre vere, assistendo alle quali, insieme, nel rito della messinscena, ci sentiamo parte di un'unica esistenza. La rappresentazione odierna, gestita, coordinata e allestita da Marcella Petrucci, regista di lungo corso, e coadiuvata nella direzione tecnica e programmatica da Donatella Russo, ha acceso le luci su una ribalta che ha avuto il merito di sospendere momentaneamente il buio epocale che stiamo attraversando. Ogni momento performativo introdotto dalla regista, ha messo in evidenza l'impegno, la costruzione, l'idea, la passione di giovani studenti che, ripercorrendo i sentieri del mito, hanno dimostrato come il passato permea il presente, e quanto il presente si allinea al passato. A partire dal prologo e l'ingresso del coro da Pluto di Aristofane, un forte impatto emotivo ha pervaso la sala ad ogni esibizione. Stralci di commedie, di drammi che si sono ancorati nel cuore dello spettatore toccando le corde più profonde. Il mondo muliebre, universo dalle mille sfaccettature, si è concretizzato nella figura di Elena, rappresentata da tre volti e un'unica identità, da Penelope in duplice versione, ed Elettra impegnata in un monologo simile ad un assolo musicale. E a seguire, senza soluzione di sosta, il tema dell'incomunicabilità, il bisogno dell'assenza dal mondo nel Cnemone cade nel pozzo da Dyscolos, la Monodia di Antigone, il tema della ruvidezza d'animo nella vedova di Socrate, fino ad arrivare all'apice della manifestazione con l'esibizione dei due attori di spicco nel difficile e impegnativo ruolo di Menelao. Frammenti del mondo greco che rappresenta la ragione, con un limite che oscilla tra protezione o prigione. Ogni singola performance, alcune appannaggio degli studenti del biennio, ha illuminato la scena e restituito alla platea la convinzione di un mondo giovanile che, se adeguatamente guidato, sarà in grado di realizzare un auspicato riscatto sociale, culturale, estetico e spirituale. L'abbraccio con la regista suggella la fine dello spettacolo. Sguardo nello sguardo in un'intesa protesa al fluido scambio di emozioni. L'inviata, Anna Risi.
"SULLA SCIA DEL SUCCESSO" Festival THAUMA, 1 Aprile 2022 L'autostrada, questa notte, la linea dritta che si srotola sotto le ruote dell'autobus, deve sembrare infinita ai ragazzi del 4C, alla regista Marcella Petrucci e al deus ex machina Donatella Russo. Sulla scia di un successo annunciato, attraverso le aspirazioni che oggi trovano una solida conferma, i chilometri che separano il vostro ritorno trionfale si dilatano nel buio, sovrastando l'oscurità di luce. La premiazione avvenuta stamani, dopo ore di trepida attesa, ha sancito ufficialmente il II posto nella categoria "Miglior spettacolo corale" e il riconoscimento di miglior attore agli studenti Francesco Folgarait e Lorenzo Santarelli. Per tre giorni ho sostenuto con la sola forza del pensiero questo poliedrico insieme di artisti plasmati in un unico corpo dalla regista Marcella Petrucci. Nonostante l'indubbio talento e la meticolosa preparazione della compagnia teatrale del Liceo Foscolo, non nego che in qualche frangente ho vissuto momenti di ansia. Non sempre il criterio del merito viene applicato per premiare il migliore. Poi, accade che un messaggio fughi le tue paure per sostituirle con la gioia di quel successo che stringevi tra le mani. A volte, i pronostici possono essere sovvertiti se chi giudica è al di sopra delle parti, ed è in grado di riconoscere il talento espresso da giovani promesse dello spettacolo. Tutto il Liceo Foscolo è fiero ed orgoglioso del vostro successo. Ad maiora! L'inviata, Anna Risi
"CRONACA DI UN SUCCESSO ANNUNCIATO" Tesmoforiazuse di Aristofane, Milano Teatro Pime, 31 Marzo 2022 Festival THAUMA Ancora una volta la regia di Marcella Petrucci e la creatività di Donatella Russo fanno volare alto il Liceo Classico Foscolo. Non parliamo di autocelebrazione, ma di un lungo lavoro di fino e di lima che ha coinvolto per lunghi mesi la classe 4C e uno staff di tutto rilievo, sospingendo questa magnifica squadra tra i sette istituti selezionati per partecipare al festival THAUMA. La scelta di mettere in scena una commedia come Tesmoforiazuse, una trama basata sulla parodia letteraria in cui una serie di scene citano numerose tragedie di Euripide, in particolare l'Elena e la perduta Andromeda e Telefo, dimostra quanto questo Liceo sia supportato da geniali risorse umane coadiuvate da una regista a cui è difficile attribuire aggettivi adeguati. Cinquanta minuti densi di emozione, un'ora scarsa in cui il consesso muliebre si destreggia in una serie di interpretazioni personali che s'intrecciano ritmicamente fino a diventare un'esibizione corale. Tra loro si inseriscono Euripide e Agatone, mattatori della scena, abili costruttori di variegate sfaccettature umane. Euripide si cala con autorevolezza nelle vesti di vari personaggi, dando vita a repentini capovolgimenti di fronte. Agatone, in vesti femminili, assume toni effeminati anche quando declama i propri versi. Il suo essere e sentirsi diverso rappresenta la sua debolezza, una fragilità che lo farà desistere dal prendere le difese di Euripide. In un angolo appartato la regista osserva in silenzio i suoi ragazzi, scruta i loro volti, le loro espressioni, legge la passione che ha saputo trasmettergli in quattro anni di duro lavoro, di esercitazioni, di prove, di "ricomincio da". E' quasi incredula davanti a quei giovani attori che hanno incorniciato la prova generale con l'abilità di chi ha calcato le scene per anni. La stessa sensazione di chi, come Donatella Russo, ha costruito l'impalcatura dietro le quinte giorno dopo giorno, telo su telo, scegliendo materiali, forgiando forme, plasmando e ricostruendo un'epoca lontana. Al termine dell'esibizione, emozionata ma non sorpresa, mi allontano dalla scena. Seicento metri mi separano da casa e dalla tastiera del pc. Un tempo breve per poter esprimere tutta la mia ammirazione ai ragazzi del 4C e a chi con passione e dedizione ha saputo allestire questo magnifico spettacolo. Good luck! L'inviata, Anna Risi
IL RICORDO DI PIER PAOLO PASOLINI PERMEA LE MURA DEL LICEO FOSCOLO" A cura di Annalisa Panariti, "Perchè l'anima è in te e il tuo amore è la mia schiavitù", e Anna Valeri, "L'inesauribile dilemma o (lemma) tra trasumanar e organizzar". Il 17 Marzo alle ore 8.30 l'aula Magna del Liceo Foscolo apre le porte al ricordo di Pasolini, un gigante del pensiero, un profeta e un precursore dei nostri tempi. Le note di "Una storia sbagliata", canzone dedicatagli da Fabrizio De Andrè, stemperano per un attimo l'emozione di una conferenza che si annuncia come una "lectio magistralis" per l'autorevolezza e le comprovate capacità delle docenti Annalisa Panariti e Anna Valeri. Il risultato delle due performance è sorprendente. La capacità comunicativa della Prof. Valeri è leggera e seducente al tempo stesso. Il pensiero di Pasolini viaggia per sua parola attraverso molteplici riferimenti ai grandi letterati del Novecento, si confronta, si scontra con la realtà del suo tempo, si amplifica e diventa monito per le generazioni future. Anna ha la capacità di alleggerire concetti spesso incomprensibili fino a farli diventare fruibili per tutta la platea. Si addentra nelle opere di Pasolini cavalcandone sfumature, messaggi, moniti e insegnamenti con la stessa capacità di uno psicologo quando varca la nostra anima per leggerne gli aspetti più reconditi. La sua narrazione scorre su binari diversi, tocca varie opere, si sofferma più volte sull'alterità sviscerata in "Teorema", sull'essere tutti universalmente riconosciuti come borghesi, schiavi dell'uso e del consumo, idolatri della materia che ci strangola. La Panariti, efficace e accademica, ci regala un ricordo di Pasolini in versione diametralmente opposta a quella della Valeri. La soavità e la pacatezza della sua narrazione ci portano lontano nel tempo, ci conducono nell'adolescenza e nella giovinezza di Pasolini, nell'età della sua formazione e soprattutto nel contesto dove è avvenuta. Illuminante è il suo ripercorrere la gioventù dell'autore, la scoperta della diversità, il rifiuto dell'omologazione, la contestazione verso un mondo a cui sente di non appartenere. "Piccoli borghesi arroganti", una frase che spesso la Panariti sentiva ripetere dalla sua insegnate di liceo, un monito che già ventidue anni fa era attuale quanto oggi. Una lectio magistralis a cui ho avuto l'onore di partecipare, una conferenza che dimostra quanto può essere efficace e performante la comunicazione vissuta da due punti di vista diversi che si incontrano ad un unico snodo: la professionalità di chi dell'insegnamento ne ha fatto una vocazione. Dall'inviata speciale, Anna Risi
"IL LICEO CLASSICO UGO FOSCOLO VA IN SCENA" Kairòs, dal greco: "momento supremo" Regia di Marcella Petrucci 25 febbraio 2022, l'Aula Magna del Liceo Classico Ugo Foscolo si permea di magia assumendo il volto di un teatro che non ha bisogno di architetture barocche, d'aria della prima alla Scala. Il palcoscenico essenziale e privo di orpelli apre solo al talento, alla capacità insita e innata di cui sono dotati i ragazzi che frequentano il Liceo con indirizzo teatrale. Magistralmente diretti da Marcella Petrucci, le performance si susseguono cavalcando il mito e la leggenda, il passato che si fa presente, le voci degli attori che si innalzano e vibrano come accordi musicali, l'emozione di chi assiste e prova ammirazione per la passione profusa a piene mani. Come per incanto si materializza Medea di Euripide, Il canto di Penelope di Margaret Atwood, Le Streghe dal Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese, mentre voce e gestualità, ritmo e memoria inebriano e spingono lo spettatore oltre il tempo. L'atmosfera che si respira è quella del tempio consacrato all'arte in tutte le sue sfumature. La danza in alcuni momenti accompagna la voce che si plasma al movimento in una simbiosi perfetta. Non vi sono sbavature o incertezze durante le esibizioni, un particolare che non passa inosservato, e che rende encomiabile il valore della I Giornata Performativa realizzata dal Liceo Classico Foscolo. Le parole spesso non riescono ad esprimere appieno l'intensità delle emozioni vissute. Non hanno la capacità di sintetizzare le sensazioni reali, la profondità degli sguardi, la tensione dei volti, la totalità di un momento supremo. L'encomio scritto, forse, sarà in grado di rendere merito alla vostra immensa bravura. Un sentito ringraziamento alla Prof. Marcella Petrucci, e soprattutto ai talentuosi ragazzi del Liceo Foscolo.